venerdì 12 gennaio 2007

Prefare un anti-blog

Ho scritto qualcosa in questi giorni.

Ho fatto in modo che qualcuno partecipasse del mio modo di essere al mondo.
In forma molto mediata,certo, potrebbe ribattere qualcuno: solo attraverso i miei interessi ed i miei gusti di lettura.
Nulla di personale,direbbero, un po' banalmente, al cinema.
Ma...uno scritto che si rispetti deve avere una prefazione.
Una Prefazione che si rispetti dovrebbe spiegare che cos'è,cosa contiene,a che cosa mira, a chi si rivolge il testo "prefato".
Al Lettore che - si è deciso a sfogliare le parole, a vedere "come comincia"- è già incuriosito , attirato ( dal nome dell'autore, dal titolo,magari da una copertina graficamente azzeccata), una Prefazione dovrebbere accrescere gli stimoli alla lettura spiegandogli quali vantaggi ne trarrà.
Leggi questo libro e saprai di un evento mondano, non avrai più incertezza nel modo di comportarti,non avrai più indecisione nel prendere la parola e nell'affidarla ad un microfono o ad una pagina.
Leggi queste parole e vivrai e parlerai bene; non ti capiterà mai più di dire scandìnavo in luogo di scandinàvo.
Ma ci sono già sul mercato libri che promettono questi risultati miracolosi,come ci sono già libri che sollecitano il pregiudiuzio araldico annidato in ognuno di noi,deprecando l'imbarbarimento del nostro mondo e della nostra lingua ,scagliandosi contro i fashion addcited ed i vari anglismi,i burocratismi,i tecnicismi da setta o,semplicemnte, i sottocodici da starlette diva.

Nel presentare al lettore queste parole, vorrei dire, prima di tutto, che cosa esse non sono, a evitare che vengano incluse in una delle due categorie attualmente trionfanti a cui il mio testo è assolutamente estraneo.
Non è un blog.
Non è un manuale di pronto soccorso mondano.

E' piuttosto,una forma di scrittura privata che,liberamente,ho deciso di rendere pubblica, in qualche modo.
Per il suo carattere comunicativo, una sorta di autobiografia irregolare.
Un anti-blog.
Un diario autodiretto, investito di proiezioni psichiche inconsce e di vissuti intimi e affettivi.
Spesso la stesura di questo diario porterà ad una scrittura automatica, quasi inconscia, che mi trasporterà in uno stato semionirico, in cui esprimerò i miei vissuti più intimi ed emotivi, frammenti inconsci ed affettivi.
La parola scritta si trasformerà in una sorta di oggetto transizionale in cui proiettare gli stati d’animo della mia infanzia, il quotidiano dell’esistenza, i vissuti del tempo presente.
Una scrittura terapeutica che mi aiuti a rivedere determinati affetti, figure antiche da tempo introiettate, proiezioni psichiche amicali, affabulatorie, suadenti ed allusive, difficili a morire tra le piaghe intrapsichiche e recondite del Super-io.
Un passaggio progressivo possibile verso un’indispensabile autoconsapevolezza consistente nel riallacciare rapporti sempre più intensi con la mia personalità, capace di affinanare il piacere di ascoltarmi e parlarmi , in cui il confronto aperto e autentico con me implicherà il coraggio di mettersi in discussione.
La scrittura diventerà per questa via strumento auto-formativo ed auto-esplorativo in quanto permetterà la coscentizzazione, l’interiorizzazione dei propri difetti ed il conseguente tentativo di crescita e di cambiamento.
Una fatica , lunga, piacevole e dolorosa, che interessa la vita di ognuno.
L’attenzione al racconto della mia persona risulterà come momento iniziatico per molteplici suggestioni ed occasioni di scoperta e riscoperta del mio Io, allo scopo di riappropriarmi e rinnovare la curiosità verso la mia interiorità, in un processo di dinamiche intrapsichiche che conducono ad una sempre più specifica metaconoscenza.
Ecco perchè non ci sarà spazio per i commenti, almeno direttamente.
Gli unici commenti saranno quelli che io sarò capace di costruire nella mia vita quotidiana e dei quali vi farò partecipe.
Lo strumento informatico sarà, a dispetto di quanto accade comunemente, qualcosa di privato.
Questo, dunque, sarà un diario on - line, nel quale, come in ogni diario, nessuno potrà entrare.
A quanti, però, vorrano scrivermi in forma privata, risponderò certamente.

Un'ultima cosa sul titolo del mio diario.
Questo spazio virtule mi servirà anche per raccontarvi un conto.
Fantastico,realistico...soprattutto il conto di un'identità, di una vita.
Quella che ogni giorno,faticosamente, cerchiamo di sostenere e migliorare.

"Il senso ultimo a cui rimandano tutti i racconti ha due facce: la continuità della vita e l'inevitabilità della morte.scriveva Calvino.

A proposito di Christina, mi sembra che la biografia a lato dica già abbastanza.
E' il mio alter ego virtuale; una persona che ho ammirato ed ammiro molto per il suo corraggio.
Una persona capace di resistere allo scoppio del mondo , sul suo volto e nella sua vita, così come lo aveva conosciuto sino alla pubblicazione di Mommie dearest.
Una persona uguale e diversa da me.
Un elemento della fictio, vero ed immaginario in simultanea ed in similtanea.

Di lei, di me e delle cose e delle persone della mia vita vi racconteròancora qualcosa più avanti.

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